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venerdì 30 agosto 2013

Gli asterismi

Gli asterismi

Un asterismo (o asterisma) è un gruppo di stelle riconoscibile nel cielo notturno per la sua particolare forma geometrica. 
Attenzione però, le dimensioni degli asterismi possono variare di molto. Ce ne sono alcuni, come lo "Stargate", che sono persino sono invisibili ad occhio nudo. Più comunemente però sono parte di una costellazione come la "cintura di Orione" o il "Grande Uncino" nello Scorpione oppure sono formati dalle stelle più luminose di più costellazioni vicine che formano determinate figure geometriche, come il "Triangolo estivo" e il "Triangolo invernale". Solo in alcuni casi l'asterismo costituisce una costellazione e se.

Di seguito un elenco dei principali asterismi visibili ad occhio nudo nel cielo notturno dall'emisfero boreale formati dalle stelle più luminose di costellazioni vicine che compongono figure geometriche in grandi porzioni di cielo. 
Clicca sulle immagini per vederle ingrandite.

N.B.: tener conto che i mesi di massima osservabilità si riferiscono ad orari poche ore dopo il tramonto. Tali asterismi sono infatti visibili già qualche mese prima di quanto indicato, aspettando orari notturni, fino a poco prima dell'alba.


ESAGONO INVERNALE


Detto anche "Circolo invernale" è formato da sei delle stelle più luminose del cielo invernale: Capella (α Aurigae), Aldebaran (α Tauri), Rigel (β Orionis), Sirio (α Canis Maioris), Procione (α Canis Minoris) e l'ultimo vertice in alto a sinistra può corrispondere sia con Castore che con Polluce, le due stelle più brillanti della costellazione dei Gemelli.

Massima osservabilità da gennaio a marzo.




TRIANGOLO INVERNALE


Triangolo equilatero quasi perfetto, è formato da Betelgeuse, Sirio e Procione: le stelle più brillanti delle rispettive costellazioni Orione, Cane Maggiore e Cane Minore. 

Massima osservabilità da gennaio ad aprile.





TRIANGOLO PRIMAVERILE


Anche il Triangolo Primaverile è un triangolo equilatero quasi perfetto i cui vertici sono Arturo, stella più luminosa del Boote; Spica, anch'essa la più luminosa della Vergine e Denebola, meno appariscente, che costituisce la coda del Leone.

Massima osservabilità da marzo a giugno.





TRIANGOLO ESTIVO


Molto appariscente nel cielo estivo, questo triangolo isoscele è formato dalle tre stelle più luminose delle notti d'estate: Deneb (α Cygni), Vega (α Lyrae) e Altair (α Aquilae). Utile per trovare la doppia Albireo che si trova quasi perfettamente nel suo centro.


Massima osservabilità da giugno a ottobre.

TRIANGOLO DELL'OFIUCO  


Il Triangolo dell'Ofiuco è un asterismo di minore importanza avente un lato in comune con il Triangolo Estivo. I vertici di questo triangolo isoscele sono Vega e Altair (in comune) e Ras Alhague (α  Ophiuchi).

Massima osservabilità da giugno a settembre.





Qui la seconda parte del post con tutti quegli asterismi che sono parti di costellazioni e altri un po' anomali, molto particolari.

giovedì 22 agosto 2013

La nascita di una stella: osservata in tempo reale


Gli astronomi non hanno mai osservato in diretta una stella nascente, questa volta sono riusciti a fotografare con l'ausilio dell'Eso (European Southern Observatory) il "vagito" di una stella.


Quando nasce una stella, come un neonato piange, questa fa fuoriuscire forti ondate di gas incandescente che aiutano a par partire la fusione nucleare. Nell'immagine si distinguono 2 strisce di gas, una viola e una sul verde, quest'ultima rappresenta un forte getto energetico, mentre il primo rappresenta lo stesso getto diretto però verso la terra, queste violentissime fuoriuscite, avvengono a velocità altissime, superiori al milione di chilometri orari. 
Quindi questa violenta e impressionante espulsione di gas può essere considerato il vagito della stella.
Questa stella neonata, è stata ossevata anche attraverso ALMA (Atacama Large Millimeter/Submillimeter Array) è situata a 1400 anni luce da noi, nella costellazione della vela. Questa stella è stata denominata Herbig-Haro 46/47.

Qui il video con breve spiegazione della scoperta.

sabato 17 agosto 2013

Galassia nana VS Galassia spirale: caso scoperto ai raggi X


Una galassia nana sta per scontrarsi con una galassia a spirale, nota come NGC 1232, distante 60 milioni di anni luce da noi. L'effetto dell'imminente scontro è una nube di gas surriscaldato a alcuni milioni di gradi Kelvin (> 999.726°C). Questo segno "premonitore" dell'incontro è stato captato dal satellite Chandra che lo ha rilevato ai raggi X, questo fenomeno è la prima volte che viene osservato solo ai raggi X. La radiazione X osservata dal noto satellite, sembra essere generata dal vento stellare di stelle massicce e dalle esplosioni di supernove, fenomeni che sono stati innescati dallo scontro delle galassie avvenuto 50 milioni di anni fa.
L'immagine allegata al post è una sovrapposizione, le due galassie sono state fotografate nell'ottico dal VLT (Very Large Telescope), mentre la nube viola è stata fotografata da Chandra, ai raggi X.

L'immagine a grandezza piena è disponibile qui.

venerdì 16 agosto 2013

Scoperto il più potente campo magnetico dell'universo conosciuto


E' stato individuato nella Via Lattea a 6.500 a.l dal nostro sistema solare il campo magnetico più potente fino ad ora conosciuto ed è stato denominato SGR 0418+5729; è una scoperta tutta italiana.


E' stato osservato dal gruppo di italiani coordinato dall'astrofisico Andrea Tiengo il quale ha precisato che è la prima volta in assoluto che viene osservato "in diretta" il campo magnetico di una magnetar, ovvero una stella di neutroni superdensa e molto piccola che compie oltre 30 rotazioni al secondo sul proprio asse. La stella di neutroni è uno degli ultimi stadi di vita di una stella di grandi dimensioni, si forma poco prima del collasso finale, ipoteticamente, lo step successivo alla magnetar, quando anche quest'ultima collassa è il buco nero.

Il dottor Tiengo precisa ulteriormente che in questo momento, la magnetar appena osservata rappresenta il campo magnetico più intenso di tutto l'universo conosciuto (milioni di miliardi di volte superiore a quello terrestre). Questa importante ricerca è stata finanziata da INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica) e da ASI (Agenzia Spaziale Italiana), inoltre è stata seguita da molti osservatori tra cui quello di Padova e quello di Londra, e da enti di grande importanza come gli istituti di astrofisica Francese e Spagnola. 
La scoperta è stata resa possibile grazie alla collaborazione dell' ESA (European Space Agency) la quale ha messo a disposizione dei ricercatori il telescopio spaziale a raggi X XMM-Newton. 

Chi volesse vedere la foto della zona spaziale in cui è stato individuato SGR 0418+5729 può cliccare qui.

lunedì 12 agosto 2013

Non solo Marte, NASA ed ESA verso Europa e Titano

Non solo il pianeta rosso nel futuro dell'esplorazione spaziale: la NASA e l'ESA hanno in programma per il prossimo decennio di avviare missioni verso Europa (satellite di Giove) e Titano (satellite di Saturno). 
Anche l'esplorazione di questi due corpi celesti è volta alla ricerca di eventuali forme di vita, dato che il primo è ricoperto da ghiacci che probabilmente nascondono un oceano sottostante e il secondo presenta ingenti quantità di metano liquido che formano fiumi, laghi e mari, proprio come l'acqua fa sulla Terra. 



Sotto i ghiacci di Europa... 

L'esplorazione di Europa si baserà sui dati che fornirà la sonda NASA Juno, una volta entrata in orbita gioviana nel 2016. Dopo di essa potranno essere avviate due nuove missioni.
La prima dell'ESA è già finanziata, si chiama JUICE (JUpiter ICy moon Explorer) e partirà nel 2022 per arrivare nei pressi del gigante gassoso nel 2030. Studierà a distanza ravvicinata, come detto, soprattu Europa, ma anche Ganimede e Callisto.
La seconda è ancora in progetto, ma potrebbe entrare in atto anche nel 2020 se finanziata in tempo. La missione è ambiziosa: si cercherà di mandare su Europa un lander, facendone esplorare il sottosuolo alla ricerca dell'ipotetico oceano fino ad ora solo teorizzato.

Per fare ciò, bisognerebbe far atterrare la navicella in una delle innumerevoli faglie di rottura del ghiaccio di cui è ricoperta la luna, causate dal fortissimo stress gravitazionale subito dal gigante gassoso intorno a cui orbita.




Sopra laghi di Titano...

La fase di esplorazione è invece già ampiamente avviata per quanto riguarda la luna di Saturno, Titano. Il satellite naturale è infatti già stato studiato dalla missione Cassini-Huygens. La sonda Cassini, ora in orbita intorno al "Signore degli Anelli" ne ha fotografato la superficie; il lander Huygens è atterrato sulla sua superficie scattando foto sorprendenti e raccogliendo dati e informazioni importantissime. La NASA e il SETI institute stanno già testando un robot galleggiante nelle estreme condizioni della Laguna Negra sulle Ande. Come ha spiegato l'astrobiologa Nathalie Cabrol, a capo del team di ricerca, attualmente si studiano sulla terra le missioni da inviare in ambienti ostici, come 10-15 anni fa si studiavano le tenologia da mettere a punto sui rover marziani nel deserto.

Per ora non possiamo che goderci le bellissime foto della sorprendente missione saturniana (tra le quali quelle di Terra e Luna riprese dall'orbita del pianeta gassoso), in attesa di nuovi sviluppi. In basso ad esempio, un mosaico di foto scattate dal lander Huygens il 14 gennaio 2005, poco prima di atterrare sulla superficie di Saturno, dove è rimasta operativa solo per poche ore. Nell'immagine si può notare la costa di uno dei laghi di metano, con alcuni canali e fiumi che vi affluiscono (sul satellite è presente un ciclo del metano analogo a quello dell'acqua sulla Terra).



venerdì 9 agosto 2013

Il tempo nel Sistema Solare

Il tempo nel Sistema Solare

Dopo le dimensioni dei corpi celesti, un altro argomento molto interessante da trattare è quello del tempo cosmico. Questa volta, data la vastità del tema in questione, ci limitiamo ad analizzare e riportare dati riguardo il tempo nel nostro Sistema Solare.
In particolare, intorno alla nostra stella il tempo interessa i movimenti di Sole, pianeti e satelliti all'interno di una macchina perfetta.



N.B.: per indicare i tempi dei movimenti degli astri sono utilizzati giorni e anni terrestri


Sole
La nostra stella compie principalmente due movimenti: quello di rotazione intorno al proprio asse e quello di rivoluzione intorno al centro della nostra galassia.

Rotazione intorno all'asse: 25 giorni 

Rivoluzione intorno al centro della Via Lattea: 225-250 milioni di anni


Pianeti
Anche i Pianeti compiono due movimenti: rotazione intorno all'asse e rivoluzione intorno al Sole. (Il movimento di traslazione insieme alla nostra stella intorno al centro della Via Lattea è come detto di circa 225 milioni di anni)

Mercurio:  rivoluzione  88 giorni   ;   rotazione 56 g 16 h                             
           
Venere:  rivoluzione 225 giorni   ;   rotazione 243 g            

Terra:  rivoluzione 365 giorni   ;   rotazione 23 h 56 m
          
Marte:  rivoluzione 687 giorni   ;   rotazione 24 h 37 m          

Giove:  rivoluzione 12 anni   ;   rotazione 9 h 55 m
        
Saturno:  rivoluzione 29 anni   ;   rotazione 10 h 40 m
         
Urano:  rivoluzione 84 anni   ;   rotazione 17 h 14 m
         
Nettuno:  rivoluzione 165 anni    ;   rotazione 16 h 7 m
         




Satelliti
Dei satelliti principali analizziamo solo il tempo di rotazione intorno ai pianeti. (Ovviamente compiono comunque i movimenti di rotazione intorno al loro asse e di traslazione insieme ai pianeti intorno ai quali orbitano intorno al sole e di conseguenza intorno al centro della Via Lattea)


Terra:  Luna 27 g 8 h 43 m

Marte:  Fobos 7 h 40 m
           Deimos 1 g 6 h 30 m

Giove:  Io 1 g 17 h 27 m
           Europa 3 g 13 h 13 m
           Ganimede 7 g 6 h 
           Callisto 16 g 16 h 32 m

Saturno:  Encelado 32 h 53 m
              Teti 1 g 52 h 52 m
              Dione 2 g 17 h 41 m
              Rea 4 g 30 h 40 m
              Titano 15 g 56 h 33 m
              Giapeto 79 g 7 h 55 m

Nettuno:  Tritone 5 g 21 h
              S/2004 N 1 23 h

Plutone:  Caronte 6 g 9 h 17 m
             Stige 20 g
             Cerbero 32 g





giovedì 8 agosto 2013

Il Sole sta invertendo il suo campo magnetico

Nel giro di 3 o 4 mesi il Sole raggiungerà il culmine del suo ciclo undecennale di attività, che porterà tra le tante conseguenze, all'inversione dei poli magnetici della nostra stella.


E' un fenomeno del tutto normale che avviene, come detto, ogni 11 anni, a compimento del ciclo di attività solare.
Adesso siamo proprio alla fine di questo ciclo e già ci sono stati alcuni segni della massima attività , come l'enorme buco coronale apparso qualche settimana fa nello strato più esterna dell'atmosfera della nostra stella.
Attenzione però, sono solo i poli ad invertirsi, il Sole non ruota su se stesso!




Durante la fine di questo ciclo, si registra un forte aumento di macchie solari, con la conseguente frammentazione a livello locale del campo magnetico totale (ogni macchia ne modifica una piccola parte) . Questo si indebolisce e va via via diminuendo, fino ad azzerarsi. A questo punto iniziano a formarsi il polo Nord al posto del polo Sud e viceversa. Resteranno in questa posizione per altri 11 anni. 



Come conseguenze della massima attività solare ci potranno essere delle piccole interferenze radio nei prossimi mesi e sicuramente delle fantastiche e maestose aurore polari nel mese di dicembre.


martedì 6 agosto 2013

Le dimensioni dei corpi celesti

Le dimensioni dei corpi celesti

Girando per il web ho trovato una bellissima immagine che mette a confronto i pianeti del Sistema Solare e le stelle della Via Lattea, comparandone le dimensioni. 
Ciò che ne risulta è un affascinante viaggio con la mente solo per poter immaginare la grandezza delle ipergiganti rosse alla fine della sequenza.



È facile notare come i pianeti rocciosi abbiano dimensioni non troppo diverse tra loro, così come quelli gassosi. Ed è proprio tra i pianeti terrestri e quelli gioviani che troviamo il primo "salto" di grandezze. Successivamente il gigante gassoso Giove sembra scomparire affianco alle stelle (anche le più piccole)!
Lo stesso accade con le stelle della sequenza principale con le giganti arancioni e tra queste ultime e le supergiganti e ipergiganti.




Diametri dei corpi celesti 
(N.B. per i corpi non perfettamente sferici viene preso in considerazione il diametro medio)

Luna (satellite naturale della Terra) > 3 474 km

Mercurio (primo pianeta dal Sole; roccioso) > 4 879 km

Marte (quarto pianeta dal Sole; roccioso) > 6 779 km

Venere (secondo pianeta dal Sole; roccioso) > 12 103 km      

Terra (terzo pianeta dal Sole; roccioso) > 12 745 km

Saturno (sesto pianeta dal Sole; gassoso) > 114 632 km

Giove (quinto pianeta dal Sole; gassoso) > 138 346 km

Sole (nana gialla al centro dell'omonimo sistema stellare) > 1 390 950 km

Sirio A (stella bianca della sequenza principale; stella più luminosa del cielo notturno; molto vicina al Sistema Solare) > 2 617 000 km

Polluce (β Geminorum; gigante arancione) > 6 116 000 km

Arturo (α Bootis; gigante rossa) > 35 560 000 km

Aldebaran (α Tauri; gigante aranzione) > 61 120 000 km

Rigel (β Orionis; supergigante binca) > 102 000 000 km

Antares (α Scorpii; supergigante rossa) > 1 185 000 000 km

Betelgeuse (α Orionis; supergigante rossa) > 1 390 000 000 km

VY Canis Majoris (ipergigante rossa, stella più grande ad oggi conosciuta) > tra 1 937 800 000 e 2 919 000 000 km








lunedì 5 agosto 2013

Un anno di Curiosity

In questi giorni si celebra un anno dall'inizio della missione del Mars Science Laboratory (MSL) chiamato Curiosity che dal 6 agosto 2012 esplora, studia e fotografa la superficie del Pianeta Rosso.

Dopo le bellissime immagini di Curiosity riprese dall'orbita marziana, ripercorriamo la breve storia del rover che sta rivoluzionando l'esplorazione planetaria. Lanciato il 26 novembre 2011 da Cape Canaveral, giunge sul suolo marziano con uno spettacolare atterraggio il 6 agosto dell'anno successivo, dopo più di 7 mesi di viaggio. In 12 mesi ha percorso più di un chilometro e inviato alla Terra centinaia di immagini del desolato paesaggio marziano. Curiosity è un rover rivoluzionario: basti confrontare il suo peso di 900 kg di tecnologia, con i 170 kg delle sonde gemelle Spirit (2004-2010) e Opportunity (lanciato nel 2004 e ad oggi l'unico insieme a Curiosity a "passeggiare" sul suolo marziano).


Per celebrare l'evento, la NASA ha diffuso in questi giorni un video composto da 548 immagini riprese in un anno di attività dal rover marziano.



sabato 3 agosto 2013

Curiosity fotografato dalla sonda MRO in orbita intorno a Marte


A circa un anno dall'atterraggio sul suolo marziano, il rover Curiosity è stato fotografato dalla sonda Mars Reconnaissance Orbiter, in missione intorno al Pianeta Rosso.



Ingrandendo l'immagine (cliccandoci sopra) si possono vedere sulla sinistra due puntini blu. La foto ritrae il Bradbury Landing: il punto dove il rover è atterrato quasi un anno fa. Per posarsi delicatamente sulla superficie sabbiosa, Curiosity ha utilizzato dei razzi che, smuovendo il suolo marziano, hanno creato le due macchie (rese blu da un gioco di contrasti). 
Si notano poi le tracce lasciate dal rover: una doppia linea a zig-zag che procede verso destra.
Seguendole si arriverà ad un puntino ancora più luminoso; eccolo! Si tratta proprio di Curiosity, immortalato mentre "passeggia" sul suolo marziano. 


Per rendersi conto delle dimensioni reali le due tracce sono distanti tre metri l'una dall'altra. La distanza percorsa da Curiosity al momento della foto (27 giugno 2013) è di circa un chilometro. In un giorno, il rover non corre molto, basti pensare che con i 100,3 m percorsi lo scorso 21 luglio ha stabilito il record di distanza giornaliera percorsa!



giovedì 1 agosto 2013

Osservato un enorme buco coronale per due settimane

Un gigantesco buco coronale, delle dimensioni di circa un quarto dell' intero Sole, è apparso sulla superficie del Sole per circa 2 settimane, dal 13 al 28 luglio, durante il massimo solare atteso per l'estate del 2013. La formazione è stata scoperta e osservata dal Solar and Heliospheric Observatory (SOHO).




I buchi coronali sono vaste aree dove la corona solare è più scura, dunque più fredda, delle zone circostanti. Qui anche il plasma possiede densità inferiore. Normalmente appaiono verso i poli, mentre, durante il massimo solare (periodo di massima attività della nostra stella, che si verifica ogni 11 anni) possono essere presenti su tutta la superficie.



La vasta area scura è circondata da una zona di forte attività solare. Nella macchia infatti i flussi magnetici sono trasportati via dal vento solare invece di ricadere sulla corona: viene così in qualche modo diminuita l'attività. I buchi coronali, inoltre, danno vita a potentissimi flussi di particelle dalla nostra stella verso l'esterno, ad una velocità pari a tre volte quella del vento solare.
Il fenomeno viene studiato da molto tempo, ma ancora non si conoscono bene i meccanismi che lo causano. Anche questo uno dei campi di ricerca di IRIS (Interface Region Imaging Spectrograph).